Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

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silviana
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Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

Messaggio da silviana »

Amata kruegeri (Ragusa, 1904)
Lepidoptera-Erebidae
Perego (LC), 370 m, giu 2013
Foto di Emma Silviana Mauri

La data è quella dell’accoppiamento. Purtroppo non ho potuto completare il ciclo, perché dovendo allontanarmi per qualche giorno ho dovuto rilasciare le larve: non ero certa di poterle alimentare, anche se la plantago, una fra le tante piante di cui si nutrono le larve, era facilmente reperibile. L’aspetto singolare dell’accoppiamento è che dura parecchie ore, Quelle da me quantificate, considerando l’ora della cattura (ore 12:14 ora solare), ad avvenuto accoppiamento (ore 15:30 ora solare) è di 3 h e 15 m circa. Credo che sia la femmina a trattenere il maschio, fino allo sfinimento. Nel caso specifico, la falena femmina, dopo l’accoppiamento e la deposizione della uova, ha ripreso a volare. In altri casi, dopo la deposizione, muore.
:bye: :bye: :bye:
Silviana

La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile
Corrado Alvaro
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Re: Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

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Re: Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

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Re: Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

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Re: Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

Messaggio da Luigi Cassulo »

Le foto del ciclo sono molto belle ed interessanti. Purtroppo non si tratta di Amata kruegeri (Ragusa, 1904) che possiede la macchia apicale della ali posteriori più piccola di quella basale. Si tratta invece di Amata phegea (Linnè, 1758) che possiede la macchia basale più piccola dell'apicale. Il contributo resta comunque molto interessante.
Auguri di buone feste!
Luigi.
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silviana
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Re: Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

Messaggio da silviana »

Grazie per il contributo!
Ciò che mi ha portato a determinare la specie in questione come Amata kruegerii è stato il bruco che come si può facilmente vedere presenta sulla testa due bande nere (“La larva della A. kruegeri ha delle bande nere sulla capsula cefalica, altro carattere per distinguerla dalla A. phegea”, secondo Paolo Mazzei - Forum entomologi). Ho messo a confronto le larve e le farfalle delle specie che ho inviato al forum la specie B identificata con sicurezza come A. phegea, quella A come kruegerii. Al di là delle macchie, che sicuramente hanno un loro valore, mi pare di poter dire che l’apice delle ali anteriori della specie A sono più arrotondate, quella della specie B più acute (mi pare che questa sia una delle differenze fra le due specie, oltre alle macchie delle larve). Spero in ulteriori commenti. Grazie!
Silviana
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Re: Erebidae: Amata (Syntomis) phegea (Linnaeus, 1758) - ciclo vitale

Messaggio da Luigi Cassulo »

Rispondo in ritardo a questa interessante discussione perchè ho dovuto impiegare questo tempo a consultare pubblicazioni, il web e studiare tutto il materiale.
Premetto che normalmente mi occupo di morfologia degli adulti per cui ho una scarsa conoscenza dei bruchi.
Quando ho visto questo interessante contributo mi sono entusiasmato perchè non è comune trovare immagini di cicli quasi completi di farfalle dei nostri luoghi.
Però le caratteristiche morfologiche degli adulti non corrispondevano ad Amata kruegeri (Ragusa, 1904) bensì ad Amata phegea (Linné, 1758) ignorando le caratteristiche morfologiche dei rispettivi bruchi.
Silviana ha giustamente fatto notare le differenze tra i bruchi di queste due specie venendosi quindi a creare una discrepanza tra la morfologia degli adulti, che riconduceva a phegea e quella dei bruchi che invece riconduceva a kruegeri.
In base alle pubblicazioni consultate, alla consultazione di parecchie pagine web sull'argomento, soprattutto di Foto di bruchi, ed all'osservazione degli esemplari presenti nella mia collezione, cercherò di risolvere il problema.
Riguardo ai caratteri distintivi degli adulti la colorazione delle antenne non è discriminante. Di tutti gli esemplari che posseggo in collezione appartenenti alle due specie soltanto due phegea posseggono le antenne completamente nere!!! le altre sono tutte nere alla base e bianche all'apice.
Anche l'apice alare non è discriminante (Serie di phegea della stessa località presentano sia apici arrotondati che slanciati; Quasi tutte le kruegeri appartenenti al fenotipo marjana, quello presente da Trieste alla Val di Susa, hanno le ali slanciate e la stessa cosa succede in quelle dell'Italia centrale non parlando delle siciliane).
Anche la cosiddetta "area 3", che sarebbe la grossa macchia anale delle ali anteriori, e che dovrebbe essere molto grande ed arrotondata in kruegeri e più piccola e lineare in phegea, non è sempre discriminante perchè vi sono esemplari di kruegeri che la posseggono piccola ed allungata. non succede il contrario.
L'unico carattere distintivo sicuro sta nelle dimensioni delle due macchie delle ali posteriori dove in phegea la basale è piccola e l'apicale è grande mentre in kruegeri i caratteri sono invertiti.
Nelle femmine possono esservi esemplari con le macchie uguali per cui è necessaria la dissezione dell'apparato genitale.
Il maschio degli esemplari fotografati accoppiati corrisponde quindi a phegea ma i bruchi hanno la capsula cefalica con una macchia nera che sembra essere il carattere distintivo dei bruchi di kruegeri.
La letteratura non abbonda di descrizioni di bruchi di queste specie e soprattutto di kruegeri.
Fortunatamente ci viene incontro l'web con molte immagini di bruchi di phegea e qualche buona immagine sicura di kruegeri.
Osservando queste immagini posso notare che kruegeri ha le setole foltissime ed altissime e che quelle del primo metamero sono già alte come tutte le altre mentre in phegea le setole del primo metamero sono spesso molto basse e gradualmente diventano più lunghe nei matameri seguenti. La cuticola di kruegeri è sempre completamente nera, le zampe e gli pseudopodi sono di un rosso vivo mentre in phegea la cuticola è più chiara e spesso nocciola e trasparente, gli pseudopodi sono rosa e molto spesso nocciola. La capsula cefalica di kruegeri è rosso vivo con due grandi bande nere che si uniscono in alto a formare un grosso semicerchio. Phegea normalmente non possiede macchie sulla capsula cefalica ma in alcuni casi ne possiede piccole e separate tra loro come nella foto del bruco oggetto di questa discussione.
In più vi è da fare una notazione ecologica: phegea vive in ambienti mesofili che mi pare siano poi quelli dove sono stati osservati gli esemplari accoppiati, tipici della Brianza mentre kruegeri vive in ambienti xerici ed aperti. La località più prossima alla zona di osservazione è Griante sul Lario (CO) dove vi sono ambienti xerici rupestri.
Pertanto, in base a tutte queste osservazioni concluderei che siamo comunque in presenza di Amata phegea (Linnè, 1758).
Sarebbe comunque interessante recarsi nel luogo di osservazione della coppia a raccogliere qualche esemplare da studiare,
Chiedo scusa se sono stato prolisso.
Luigi.
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