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FESTIVAL BIBLICO

Madonna Sistina
Incanta gli storici

La vicentina Elena Filippi coautrice di uno studio sulla tela di Raffaello custodita a Dresda. Ai piedi di Maria i due angeli “svagati” più famosi del mondo
Raffaello, La Madonna Sistina, olio su tela (265x196 cm),  Dresda
Raffaello, La Madonna Sistina, olio su tela (265x196 cm), Dresda
Raffaello, La Madonna Sistina, olio su tela (265x196 cm),  Dresda
Raffaello, La Madonna Sistina, olio su tela (265x196 cm), Dresda

Datata tra il 1514-15 e conservata nella Gemäldegalerie di Dresda, la “Madonna Sistina”, famosissima opera di Raffaello Sanzio (1483- 1520) compie ora 500 anni. Secondo Vasari, che la definisce “unica al mondo”, venne commissionata da Giulio II per la chiesa del convento di San Sisto a Piacenza, con cui il papa era legato da rapporti familiari.
Il grande olio su tela era presumibilmente già ultimato quanto il Papa morì, nel 1513, visto che nel 1514 era collocata sull'altare maggiore della chiesa piacentina, in occasione della sua consacrazione. La Vergine vi è rappresentata con in braccio il Figlio tra i martiri Sisto II e Santa Barbara, venerati presso l'altare maggiore della chiesa.
Un testo pittorico unico nel suo genere e per quell'epoca, che propone una Madonna vestita in modo assai semplice e senza ornamenti, mentre indirizza lo sguardo verso i fedeli, intermediatrice diretta tra il mondo e la divinità.
Il piccolo Gesù viene quasi offerto dalla Madre, in una prefigurazione del sacrificio per la salvezza dell'umanità, mentre appoggiati al parapetto, sul bordo inferiore del quadro stanno i due famosissimi angioletti, tra le raffigurazioni più popolari di Raffaello.
La vicenda di quest'opera nel corso della storia e una precisa analisi dei suoi significati sotto diversi profili, oltre che quelli meramente artisti, è oggetto di un recente volume realizzato a tre mani.
Uno degli autori è la studiosa vicentina Elena Filippi, attualmente professore associato di Storia dell'arte presso la Alanus University for Arts and Social Sciences di Alfter (Bonn), che ne ha curato l'aspetto storico-artistico. Coautori sono Harald Schwaetzer (esperto di Cusano e della tradizione mistica d'Oltralpe) e Stefan Hasler (musicologo, docente di euritmia) che assieme a Filippi riescono a fornire la lettura dell'opera come un dialogo fra il divino e l'umano – ma anche fra arte, scienza, filosofia, teologia - unendo le competenze filosofico-fenomenologiche e armonico-matematiche.
Il fondamentale contributo della storica dell'arte costituisce il tessuto connettivo, essendo Elena Filippi impegnata, da decenni, nell'analisi del rapporto fra la volontà formale italiana e quella nordica tra l'Umanesimo e il Rinascimento.
La collaborazione degli studiosi sul progetto sviluppato nel corso di un triennio, aveva avuto un primo risultato lo scorso anno, con l'uscita del testo in tedesco, in occasione della grande mostra celebrativa a Dresda.
Esso appare ora nella traduzione italiana di Nicola Curcio – anch'egli vicentino, docente di filosofia al liceo “Amtonio Pigafetta” – in una veste aggiornata, curata da Elena Filippi e una nuova nota introduttiva.
Il volume, edito da Aracne col titolo “La Madonna Sistina di Raffaello. Un dialogo nella visione” (Roma 2013, pagine 265) mette a confronto Raffaello con l'ampio orizzonte della mistica, anche tedesca - da lui conosciuta per il tramite dell'ambiente cardinalizio romano e la committenza Della Rovere - ma pure con il magistero teorico di Alberti e del matematico Pacioli, nonché con i Fiamminghi, studiati dapprima nella sua Urbino e quindi a Firenze.
Il testo affronta la rilettura dell'opera con linguaggio accessibile e accattivante e con l'ausilio di un ricco apparato di immagini ma nel contempo, con la sua vasta bibliografia e un ampio corredo di note a fine testo, accontenta anche uno studioso esigente.
E sollecita sicuramente un ulteriore dibattito, in quanto presenta tesi in parte decisamente innovative relative al tema della visione del divino.
Anche i celebri angioli, riprodotti ovunque a man salva, vengono qui riletti nel ruolo solitamente riservato nelle pale d'altare al committente.
La loro aria svagata assume un significato nuovo come primo grado di un cammino di ascensione mistico. Raffaello e questa sua “icona artistica”, risultano dunque al crocevia di una temperie spirituale europea che mezzo millennio fa sapeva far dialogare discipline scientifiche, umanistiche e pratiche a livelli purtroppo mai più eguagliati nei secoli successivi.
Il volume verrà presentato come evento collaterale al Festival Biblico, venerdì 30 maggio alle ore 18 nella sala dei Sette Santi Fondatori di Santa Maria di Monte Berico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanna Grossato

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